28 Nov, 2017

Intervista a... Tommaso Gabrielloni

Protagonista (in negativo) a Sassoferrato con espulsione più due giornate di squalifica

 

Tommaso Gabrielloni, bomber a corto di gol

 

Autoironico, insegnante di religione, si è scusato con tutti per un gesto non corretto

 

di Adriano Santelli

 

Tommaso Gabrielloni l’ha combinata grossa sabato 18 novembre a Sassoferrato quando, con la squadra sotto di un gol, si è lasciato trascinare dall’ira contro un avversario che l’aveva bruscamente fermato prima di entrare in area con buone possibilità di puntare al gol.
- Professor Gabrielloni, cosa ti è passato per la testa?
“Mah, la trance agonistica, l’adrenalina a mille, l’ansia di segnare il gol…”
- Una ritorsione così plateale per un fallo dell’avversario, come si può spiegare?
“Diciamo che sono stato provocato dal difensore, accusato di aver simulato la caduta, e allora mi sono proprio arrabbiato perché ero lanciato a rete”.
- Non hai pensato alle conseguenze, alla squadra lasciata in dieci, alla sicura squalifica in arrivo?
“Ci ho pensato eccome, ma soltanto un attimo dopo il fattaccio, quando non si poteva più rimediare”.
- Lo sai che la tua espulsione e le due giornate di squalifica hanno fatto scalpore nell’ambiente del Moie Vallesina?
“Mi rendo conto, la squadra naviga in cattive acque, e deve essere aiutata; non sono riuscito a controllarmi, chiedo scusa a tutti, all’avversario offeso, ai compagni, all’allenatore, ai dirigenti e ai tifosi. Non accadrà più”.
- Però è accaduto altre volte in carriera, vero?
“Beh, sì, altre due volte, tre con questa. Sono dispiaciuto”.
- C’è un’altra ragione per la quale ha destato sorpresa questo tuo comportamento…
“Il danno procurato alla squadra, e che altro?
- Tu sei un educatore, insegni filosofia, storia, e anche religione. Come si concilia tutto questo?
“E’ un’evidente contraddizione, me ne rendo conto; ma quando uno perde la pazienza… anche Gesù, quella volta nel tempio…”
- Tu vuoi sdrammatizzare, d’accordo, ma non me la racconti giusta. I tuoi studenti l’hanno saputo della tua prodezza?
“Gliel’ho raccontata”.
- Cosa ti hanno detto?
“Un po’ di sano sfottò, cose che capitano”.
- A proposito del Moie e del suo ultimo posto in classifica, tu sei/saresti il bomber della squadra…?
“Veramente ci provo, ma non si riesce sempre a segnare dei gol malgrado le migliori intenzioni”.
- A fine agosto sei stato presentato dalla stampa del territorio e dai siti calcistici locali come  un rinforzo di lusso, di grande pregio, un bomber, cito alla lettera, e invece com’è andata?
“Non sono riuscito ad andare in gol, ma voglio rimediare al più presto. A dire il vero, una rete l’ho realizzata nella partita di ritorno di Coppa Italia con la Filottranese; è poco, lo devo ammettere. A parte gli scherzi, non è andata bene finora e, purtroppo, la classifica del Moie parla chiaro; però ce la stiamo mettendo tutta per migliorare”.
- Quanti gol hai segnato in carriera?
“Tanti, veramente tanti, 152 gol”
- E proprio al Moie ti dovevi bloccare? Questo benedetto 153esimo quando arriva?
“Non lo so, ma penso presto, prestissimo”.
- Dal tuo punto di vista, che cosa è mancato alla squadra per ritrovarsi ultima in classifica?
“Tutto è dipeso da una serie di circostanze negative, non ultima la mancanza di autostima del gruppo che, con l’aiuto di tutti, stiamo cercando di recuperare”.
Questo colloquio con Tommaso è avvenuto nell’intervallo della partita con la Nuova Real Metauro sabato 25 novembre, quando le cose erano in sospeso, sull’1 a 1. Poi il Moie ha subito un altro gol e, in seguito, ha ribaltato il risultato grazie a una doppietta di Mastri. In  campo e negli spogliatoi c’è stata una gran festa per la conquista della prima vittoria del campionato. Al centro dell’attenzione, naturalmente, c’era Mastri inneggiato dal coro “Matteo ce l’abbiamo noi, solo noi, solo noi”.
Gabrielloni, jesino, 35 anni, sposato con Ilaria, una figlioletta di un anno, Giulia, è laureato in Lettere e Filosofia e insegna al Liceo, a Jesi. Ha tre fratelli, di cui uno, Alessandro, è calciatore al Bisceglie, in Serie C, e un altro, Giorgio, si diverte in Terza categoria. E’ tifoso della Juventus.
Ha giocato sei anni nella Jesina tra Serie D ed Eccellenza, poi nella Biagio Nazzaro, Real Vallesina e Osimana. Qui a Moie ha intenzione di fare bene: diamogli fiducia, prendiamolo in parola. Intanto lo ringraziamo per essersi prestato con autoironia e leggerezza a questo irriverente interrogatorio-intervista.
Ora che il Moie si è sbloccato con la prima vittoria e che è tornato il sorriso tra i rossoblù, Tommaso assicura che il gruppo ce la metterà tutta nel tentativo di uscire al più presto dalla crisi e di riconciliarsi con il pubblico del “Pierucci”. Staremo a vedere, questo è l’auspicio di tutto un ambiente che proprio non si aspettava questo tremendo avvio di stagione.

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